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PREPARIAMOCI ALLA DOMENICA

Letture della domenica

Domenica 10 NOVEMBRE 2024

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

 

 

Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde 

Antifona d'ingresso
Giunga fino a te la mia preghiera,
tendi l'orecchio alla mia supplica, Signore. (Sal 87,3)

Colletta
Dio onnipotente e misericordioso,
allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te,
perché, nella serenità del corpo e dello spirito,
possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

Oppure (Anno B):
O Padre, che soccorri l'orfano e la vedova
e sostieni la speranza di chi confida nel tuo amore,
fa' che sappiamo donare tutto quello che abbiamo,
sull'esempio di Cristo che ha offerto la sua vita per noi.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (1Re 17,10-16)
La vedova fece con la sua farina una piccola focaccia e la portò a Elia.

Dal primo libro dei Re

In quei giorni, il profeta Elia si alzò e andò a Sarèpta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po’ d’acqua in un vaso, perché io possa bere».
Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo».
Elia le disse: «Non temere; va’ a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d’Israele: “La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra”».
Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 145)
Rit: Loda il Signore, anima mia. 

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

SECONDA LETTURA (Eb 9,24-28)
Cristo si è offerto una volta per tutte per togliere i peccati di molti. 

Dalla lettera agli Ebrei

Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte.
Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 5,3)
Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.

VANGELO (Mc 12,38-44)
Questa vedova, nella sua povertà, ha dato tutto quello che aveva. 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Parola del Signore.

Forma breve (Mc 12, 41-44):

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, seduto di fronte al tesoro [nel tempio], osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Fratelli e sorelle, entrando in questa chiesa ci siamo messi sotto lo sguardo di Dio. Egli guarda il nostro cuore e vede in realtà quello che siamo. Preghiamo perché trasformi il nostro desiderio di ostentazione in umiltà, il nostro attaccamento al denaro in carità generosa e umile.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.

1. Per coloro che nella Chiesa hanno posti di responsabilità: con la parola e con l'esempio insegnino a tutti e non cercare incarichi di prestigio, ma di servizio umile e fecondo a tutti gli uomini, preghiamo.
2. Per le vedove e gli orfani, perché trovino nelle comunità cristiane sostegno e solidarietà, preghiamo.
3. Per gli educatori, gli insegnanti, i catechisti e i genitori: animino dello spirito del Vangelo la loro attività educativa, offrendo ai più piccoli i giusti modelli di vita per la loro crescita, preghiamo.
4. Per la nostra comunità cristiana: si unisca al sacrificio di Cristo, per rinnovare la volontà di servire i più poveri, preghiamo.

Signore Gesù, che per venire a salvarci hai scelto la strada dell'umiltà e del nascondimento e hai avuto attenzione verso tutti, ma in special modo verso i poveri, aiutaci a camminare per la stessa tua strada, in umiltà e condivisione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Preghiera sulle offerte
O Padre, volgi benevolo
il tuo sguardo su queste offerte,
perché celebrando nel mistero
la passione del tuo Figlio
vi aderiamo con amore fedele.
Per Cristo nostro Signore.



Antifona di comunione
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce. (Sal 22,1-2)

Oppure:
I discepoli riconobbero Gesù, il Signore,
nello spezzare il pane. Alleluia. (Cf. Lc 24,35)

Oppure (Anno B):
La vedova ha gettato nel tesoro più di tutti;
nella sua miseria ha gettato tutto quello che aveva,
tutto quanto aveva per vivere. (Cf. Mc 12,43-44)

Preghiera dopo la comunione
Nutriti dei tuoi santi doni ti rendiamo grazie, o Signore,
e imploriamo la tua misericordia:
per il tuo Spirito, comunicato a noi in questi sacramenti,
ci sia data la grazia di rimanere fedeli nel tuo servizio.
Per Cristo nostro Signore.

Fonte Sito: www.lachiesa.it

 

 - Parrocchia San Gregorio Magno

MEDITIAMO LA PAROLA DI DIO

Spiccioli 

1Re 17,10-16/ Eb 9, 24-28/ Mc 12,38-44

 

Chi è il discepolo capace di seguire Gesù riconosciuto Cristo?

Chi è in grado, come il Maestro, di testimoniare di essere amato dal Padre.

E, per farlo, è disposto a morire, a prendere la croce.

Non il giovane ricco, troppo legato alle sue cose, ai suoi beni, al suo ego spirituale.

Né gli apostoli, tutti intenti a farsi le scarpe per un po’ di (vana) gloria.

Ma Bartimeo, il cieco mendicante che smette di stare ai margini della strada e quella strada la percorre dopo avere urlato tutta la sua disperazione, dopo essere stato amato e guarito.

Ecco il vero discepolo: colui che si scopre amato e guarito e che, perciò, può dire a tutte le persone ferite che incontra: coraggio, alzati, ti chiama.

Ti chiama, si.

Dio ti chiama perché ti ama. Ti chiama a scoprire quanto ha intenzione di compiere anche grazie a te. Ti chiama a vederci chiaro, infine.

E la nostra Chiesa, ora, è chiamata anch’essa. Da Dio, dalla storia, dagli eventi, a rileggere il proprio stile di vita, la propria prassi pastorale, per vedere se e quanto ancora dice di Dio, quanto, di ciò che facciamo è legato all’abitudine, alla pigrizia, e quanto, invece, è fuoco bruciante.

 

Non gli strumenti, i mezzi, l’organizzazione.

Non il culto, la devozione, l’ostentazione.

Ma il sincero dono di sé raccontano di Dio.

A partire da quanto ha scoperto lo scriba, che lo scoprirsi amati, l’amare Dio, sì, i fratelli, è il cuore di ogni fede.

Come sa bene la povera vedova additata ad esempio dal Signore nell’irritante Vangelo di oggi.

Scribi

Gli scribi di cui parla Gesù questa domenica sono ben diversi da quello della ricerca della verità che abbiamo incontrato domenica scorsa. Sono uomini religiosi, autorevoli, che hanno fatto della loro fede, della loro scelta, del loro ruolo sociale un idolo. 

Un tragico idolo religioso.

Gli scribi sono descritti da Gesù come persone vanitose, che fanno del loro servizio una smisurata ricerca di potere. Amano indossare una divisa per farsi riconoscere, amano il rispetto timoroso dei poveri cittadini, amano essere considerati come delle autorità, sono sempre presenti agli eventi sociali, godono della loro posizione e non perdono l’occasione per mettersi in mostra.

La loro fede è diventata occasione di prestigio e di ostentazione. Vivono di rendita sul rispetto del popolo, godono di una fama assolutamente immeritata.

Gesù entra nel dettaglio, così, per fare il simpatico.

Gli scribi divorano i denari delle vedove, dice.

Se la vedovanza già rappresenta uno stato di grande dolore, di lacerazione interiore, di frantumazione di affetti, restare vedove. al tempo di Gesù, era una vera e propria tragedia. 

Senza servizi sociali, senza appoggio dalla famiglia di origine, spesso la vedova si vedeva costretta, per vivere, a mendicare o, peggio, a prostituirsi. La condizione della vedova, perciò, era la peggiore che si potesse immaginare: sola, senza sussistenza economica, disprezzata perché mendicante o prostituta.

Ma ricercata dagli scribi che riuscivano a ricevere donazioni o elemosine da donne rimaste sole e plagiate in nome di Dio. La bramosia ha accecato il loro cuore, come rischia di accecare il nostro.

Succede, dobbiamo ammetterlo.

Succede anche nelle nostre parrocchie, nelle nostre Diocesi, nella nostra Chiesa, in me che scrivo.

Tutti santi, in teoria, e mossi da grandi principi. 

E, almeno a parole, liberi dall’ostentazione, dall’apparenza dalla gloria. 

Poi si litiga, santamente, per avere un ruolo o quando questo ci viene tolto.

Ragioniamo secondo la logica degli uomini.

Cediamo alle tenebre come testimoniato dalla orribile questione della pedofilia.

Lontani da quanto potremmo essere e dovremmo vivere, a volte.

E si vede benissimo.

Una vedova

Come uscirne?

Getta nel cuore di Dio l’essenziale, non il superfluo.

Non dedicargli ritagli di tempo, o qualche ora di pia devozione domenicale, o un po’ di moralismo.

Dagli il cuore. 

Tutto ciò che sei. 

Anche quello che fingi di non essere.

Lui vuole te, non la tua santa immagine.

Lui ti ama per quello che sei, a prescindere.

Perciò puoi cambiare.

Nudità 

La vedova del Vangelo getta nel tesoro del Tempio qualche euro, mentre i notabili della città e i devoti si spintonano per far notare le somme considerevoli che versano nelle casse del Tempio appena ricostruito. E che la cosa sia risaputa, venga pubblicata sul bollettino parrocchiale.

Gesù loda la generosità di questa donna che ha dato il suo necessario come offerta a Dio, e ignora le generose offerte pubblicate a titoli cubitali del milionario di turno.

Ci sono momenti nella vita in cui perdiamo tutto: salute, lavoro, una persona cara (non necessariamente perché muore), voglia di vivere. 

Momenti faticosi, terribili, in cui abbiamo l’impressione di non sopravvivere. 

Come la vedova di Elia, trasciniamo un passo dopo l’altro, tenuti in vita da qualche affetto (il figlio per la vedova) ma rassegnati a veder consumare ogni forza, ogni energia.

Quante persone in questo stato ho conosciuto nella mia vita!

La vedova del Vangelo – ingenua – mette quel poco che ha per il Tempio, per Dio. 

Non sa dove finiranno i soldi, forse saranno disprezzati dal sacrestano del Tempio, forse serviranno a comperare detersivo per i pavimenti… poco importa, il suo gesto è assoluto, profetico, colmo di una tenerezza infinita.

Dona quel poco che ha per Dio.

L’elemosina che fa è del suo cuore, di ciò che è, perché non ha nulla.

Si mette in gioco, ci sta, non delega ad altri, nemmeno ai soldi che potrebbe forse avere.

 

Alla fine di quest’anno liturgico allora, Marco e, dietro di lui Pietro, ci dice ciò che ha capito nel seguire Gesù: la vita è dono. 

Ricevuto e speso.

Accolto e donato.

Perché è l’amore che fa girare il mondo.

Siamo quel che doniamo. E doniamo quando ci scopriamo amati.

Ecco il vero discepolo.

 Fonte sito: https://paolocurtaz.it/

 

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